Mi piace scovare geometrie inaspettate nelle città. No, non penso alle linee di fuga della prospettiva di un grattacielo o dei binari, oppure alle geometrie regolari, euclidee, degli edifici.
Se guardi attentamente, la città sembra un inspiegabile intreccio di linee, quasi esoteriche, che illuminano la notte…
Guardi a terra e scopri i quadrati che giocano con i rettangoli, alzi lo sguardo e scopri linee misteriose, mentre nelle fontane le linee curve si scompongono in geometrie tribali.
I like to find unexpected geometries in cities. No, I do not think of the perspective’s lines of a skyscraper or of the rail tracks, nor of the regular, euclidean geometries of the buildings.
If you look closely, the city it looks like an inexplicable intertwining of lines, almost esoteric, that light up the night …
You look at the ground and discover the squares that play with rectangles, you look up and discover mysterious lines, while in the fountains the curved lines break down into tribal geometries.
Ma altre volte la città ti sorprende, richiama la tua attenzione e ti obbliga a cambiare prospettiva facendosi guardare attraverso un riflesso… anche solo una pozzanghera.
Poi riporta il tuo sguardo verso l’alto, come ad indicarti la via, come a chiederti di tornare a cercare quel cielo che sembra giocare con le linee e i palazzi, facendosi rincorrere, copiare, scomporre e ricomporre in in un insolito puzzle.
But other times the city surprises you, forces you to change perspective by letting you look through a reflection… even just a puddle.
Then bring your gaze up, again, as if to show you the way, as if to ask you to go back to looking for that sky that seems to play with lines and buildings, that chase, copy, decompose and reassemble the sky in an unusual puzzle.